Ateo comprende una molteplicità di atteggiamenti, da chi nega Dio, a chi dice che non si può dire nulla di Dio, a chi non si pone il problema di Dio...ognuno ha poi una propria storia personale. Ci sono poi dei cristiani che col loro comportamento contribuiscono a dare di Dio un'immagine, che non è quella che Cristo ci dà nella sua vita (allora magari si può cercare di distinguere tra cristiani che si comportano male e proposta di vita di Cristo). Ecco perchè, a seconda della storia e del vissuto di chi pone la domanda, le mie parole possono avere accoglienze diverse. Il primo passo del credere è porsi dei perchè: da dove vengo, dove sono diretto, su chi o cosa fondo il mio vivere... e riconoscere che da solo non trovo risposte. Cristo nel vangelo propone di sperimentare di vivere come vive lui la relazione d'amore con Dio e con gli uomini. Credere è fare questa prova di vivere e verificare, ragionandoci su, che la mia esistenza ha fondamento pensando, sentendo e facendo come lui mi invita a fare. Credere non è semplicemente un atto intellettuale, è entrare in relazione con un Dio che ci invita ad un rapporto d'amore con lui. Una relazione che è molto concreta, è una questione di vita da vivere nel rapporto d'amore con gli altri. Credere non è avere una vita comoda, ma "al massimo". "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi" (vangelo di giovanni 15,12)
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Ad Artemisia: Rispondere all'invito di Dio ad entrare in un rapporto d'amore con lui non è una consolazione a buon mercato per deboli o illusi; la scelta di un cristiano non è una scelta comoda. Accogliere che c'è un progetto di Dio nella nostra storia non è così facile, anzi si può vivere un contrasto drammatico tra l'esperienza del dolore e questo accoglimento. Condividere con amore le situazioni degli altri non è sempre una passeggiata. Ognuno ha poi la propria storia di vita, di cui possiamo cogliere gli aspetti positivi.