Se si accetta ciò che affermano le Sacre Scritture, considerate la fonte del Credo dei Cristiani, alla morte non dovrebbe esserci né un premio né tantomeno una condanna.
L'apostolo Paolo sembrerebbe molto chiaro nelle sue affermazioni:
C.E.I. 2008
Romani 6:7 Infatti chi è morto, è liberato dal peccato.
Romani 6:23 Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
vedi:
Romani 6:7 e 23
https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/nt/Rm/6/
Romani 6:7
https://biblehub.com/multi/romans/6-7.htm
Romani 6:23
https://biblehub.com/multi/romans/6-23.htm
La semplice considerazione che si potrebbe fare è: "Se si commette un reato che prevede una pena, e la pena viene comminata e scontata, potrebbe avere senso condannare di nuovo"?
Se la pena del peccato è la morte (
https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/at/Gen/2/ Genesi 2:16, 17) quando uno muore dovrebbe aver già scontato la sua pena e, se così fosse, sorgerebbe una semplice domanda: «perché l'inferno e l'unzione degli infermi»?
p.s. "la vita eterna in Cristo Gesù" di Romani 23 è un altro discorso che ricade nella credenza o meno della risurrezione e in che modo dovrebbe avvenire.
ziopino