✔ 最佳答案
Mara bar Serapion, nella lettera al figlio, scrisse di vari personaggi famosi puniti dal proprio popolo anche se innocenti prima che calamità si abbattessero sui popoli rei, e tra questi uomini illustri (tra cui, per dirne uno, c'era Pitagora) citò anche un "saggio re" degli Ebrei, messo a morte dal suo popolo anni prima che Tito distruggesse il Tempio di Gerusalemme.
@Jessyk: Tacito descrive solo le credenze dei Cristiani, definendole subito dopo dannose superstizioni. Svetonio parla di un certo Cresto vissuto a Roma sotto Claudio (intorno al 50 d.C.), sobillatore di rivolte e che fu espulso dalla città insieme ai suoi. Plinio parla solo dei Cristiani. Giuseppe Flavio, beh... quel punto è notoriamente una manipolazione successiva al testo. Di prove ce ne sono, cita quelle vere.
applica lo stesso ragiunamento a tutti i personaggi storici di 2000 anni fa ed elimina tutte le fonti romane non contemporanee.
Giulio cesare, Ottaviano, Augusto. Nessuno sarebbe esistito, perche visto che era romano, non posso usare documenti Romani per che non sono attendibili.
Ma per favoreeeeeee!
Anche diverse fonti non cristiane molto antiche menzionano Gesù.
TACITO
(56-120 ca.) Tacito è considerato uno dei più importanti storici romani dell’antichità. I suoi Annali ripercorrono la storia dell’impero romano tra il 14 e il 68 (Gesù morì nel 33). Parlando dell’incendio che devastò Roma nel 64, Tacito scrisse che l’imperatore Nerone fu additato come responsabile e che questi, a sua volta, accusò i cristiani “per soffocare ogni diceria”. Quindi aggiunse: “Derivavano il loro nome da Cristo, condannato al supplizio, sotto l’imperatore Tiberio, dal procuratore Ponzio Pilato” (XV, 44, a cura di M. Stefanoni, Garzanti, Milano, 1990).
SVETONIO
(69-122 ca.) Nelle sue Vite dei Cesari questo storico romano riportò gli eventi correlati ai primi 11 imperatori romani. La sezione dedicata a Claudio riporta i tumulti che si verificarono tra gli ebrei a Roma, probabilmente a causa di dispute legate alla figura di Gesù (Atti 18:2). Svetonio scrisse: “Bandì dalla città i Giudei che, istigati dalla dottrina di Cristo, creavano sempre disordini” (V, 25, a cura di F. Casorati, trad. di D. Medici, Newton Compton, Roma, 1995). Anche se gli attribuì erroneamente la colpa di causare disordini, Svetonio non mise in discussione che Gesù fosse esistito.
PLINIO IL GIOVANE
(61-113 ca.) Questo scrittore latino e governatore della Bitinia (l’attuale Turchia) chiese all’imperatore Traiano come trattare i cristiani in quella provincia. Plinio disse che aveva cercato di obbligare i cristiani ad abiurare la propria fede, giustiziando tutti quelli che si rifiutavano di farlo. Spiegò: “Coloro che [...] invocavano gli dèi [pagani] secondo la formula che io avevo imposta, e [...] facevano sacrifici con incenso e vino dinnanzi alla immagine tua [...] e inoltre maledicevano il Cristo, [...] io ho ritenuto dovessero essere rilasciati” (Carteggio con Traiano e panegirico di Traiano, X, 96, trad. di L. Rusca, Rizzoli, Milano, 1963).
GIUSEPPE FLAVIO
(37-100 ca.) Questo sacerdote e storico ebreo afferma che Anna, un sommo sacerdote ebreo che esercitava ancora una notevole influenza politica, “convocò i giudici del Sinedrio [l’alta corte ebraica] e introdusse davanti a loro un uomo di nome Giacomo, fratello di Gesù, che era soprannominato Cristo” (Antichità giudaiche, XX, 200, a cura di L. Moraldi, UTET, Torino, 2006).
IL TALMUD
Questa collezione di scritti rabbinici, che risale a un periodo che va dal III al VI secolo, mostra che neanche i suoi nemici misero in dubbio l’esistenza di Gesù. In un passo viene detto che alla “Pasqua Yeshu [Gesù] il Nazareno fu appeso”, una dichiarazione che è in armonia con gli scritti storici (Talmud babilonese, Sanhedrin 43a, codice di Monaco; vedi Giovanni 19:14-16). Un altro passo recita: “Non avremo né un figlio né un discepolo che si metta in ridicolo in pubblico come il Nazareno [appellativo spesso usato in relazione a Gesù]” (Talmud babilonese, Berakoth 17b, nota in calce, codice di Monaco; vedi Luca 18:37).