Durante il periodo ellenistico-romano (all'incirca dal 334 a.C. sino al V secolo d.C.) nel Medio Oriente erano praticati culti politeistici di provenienza greca e romana, quindi occidentale. Zeus, Athena, Hera, Hermes, Ares e i loro equivalenti romani Giove, Minerva, Giunone, Mercurio, Marte erano venerati accanto e insieme alle divinità tradizionali indigene (gli dei siro-palestinesi Baal, Melqart, Anahita, Ishtar / Astarte, gli dei egizi Osiride, Anubi, Ra, Horus, Iside, Maat, Aton, Amon): l'unica eccezione rigorosamente monoteista era costituita dal Giudaismo del Secondo Tempio, col suo culto esclusivista di YHWH, e successivamente dal Cristianesimo. Vi furono anche casi di sincretismo religioso, per esempio con la creazione in epoca tolemaica del dio egizio Serapide, che fondeva tratti caratteristici di Zeus e di Osiride. La risposta alla tua domanda è che, probabilmente, le tradizioni religiose locali, mediorientali, erano plurisecolari e venerande, e nessun popolo nell'Antichità rinunciava a cuor leggero alle credenze e alle usanze degli antenati (quelle che i Romani chiamavano mores maiorum). Il proselitismo religioso giudaico e cristiano era visto con sospetto anche per questo motivo, perché ogni popolo aveva la sua religione, di solito politeista (religione etnica), i suoi numi tutelari, i suoi riti, le sue formule d'invocazione agli dei, i suoi templi, il suo calendario e i suoi sacrifici. Romani e Greci, però, erano affascinati dalla religiosità orientale, così antica, bizzarra, misteriosa ed esotica, e spesso divenivano adepti di culti orientali di origine micrasiatica o iranica: i culti di Attis, Adone, Iside, Cibele, della dea Siria e di Mitra erano popolari a Roma, anche a causa della presenza di folte comunità di emigrati dalle province orientali dell'Impero, nonostante in taluni casi fossero stati oggetto di repressione da parte del Senato e dell'imperatore e vi fossero stati episodi di persecuzione e di espulsione dall'Urbe degli adepti di determinati culti orientali, ritenuti pericolosi per l'ordine pubblico e sovversivi dell'assetto politico-sociale. Il culto dell'Imperatore era un aspetto della "religione civica" che fungeva da collante fra i vari popoli sottoposti al dominio di Roma. Per il resto, ognuno era libero di praticare il culto o i culti che voleva, al punto che a Pompei è stata trovata una statuetta della divinità indiana Lakshmi, a testimonianza degli stretti legami commerciali esistenti fra il subcontinente indiano e l'Impero di Roma già verso la metà del I secolo d.C.
Le tre religioni "del libro" (ebraica con la Torah, cristiana con la Bibbia, islamica con il Corano) sono nate in medio oriente e si sono diffuse nel mondo. Altre sono rimaste a livello inferiore, ma quella greca e romana, occidentali, sono state portate in altri territori. Le religioni nordiche, mi pare, si sono esaurite senza espandersi.